Alla Casa della memoria operante dove recentemente il Centro studi “Paolo Borsellino” si è insediato, abbiamo avviato una interlocuzione con il quartiere Uditore di Palermo. Avendo come riferimento la riappropriazione – da parte dei cittadini – di uno spazio sottratto dalla mafia all’intera collettività – e che oggi rappresenta un luogo presso il quale è possibile documentarsi e prendere visione della storia di progressivo riscatto dalla mafia e dalla cultura mafiosa nel nostro paese – nei giorni di martedì 29 e mercoledì 30 maggio 2018 gli studenti delle classi quinte della Scuola Primaria “Uditore-Setti Carraro” e le loro famiglie hanno preso visione del bene confiscato alla mafia di via Bernini e della nostra realtà e partecipato ai laboratori predisposti ad ho sulle parole.
Due giorni di incontri, nei quali fra i diversi gruppi-classe, si sono avvicendate letture all’aperto, laboratori educativi, poesie, cartelloni, riflessioni dei bambini e testimonianze di impegno per la società di Rita Borsellino, di Giovanna Marano, assessore alla Scuola del Comune di Palermo, Fabio Teresi, presidente della V circoscrizione comunale di Palermo, Antonio Vullo, agente di polizia già in servizio presso la scorta di Paolo Borsellino e Sergio Rizzo, Rosanna Lenzo, Angela Pepe, Francesco Pizzo e Antonio Scardillo della Squadra mobile di Palermo impegnati quotidianamente nel progetto educativo “Se vuoi”.
Con la piantumazione di otto piantine nel giardino della Casa della memoria operante si sono concluse due intense giornate di proficuo scambio fra i giovani ragazzi della Setti Carraro ed il Centro studi “Paolo Borsellino”. Il bene confiscato alla mafia che ospita la nostra associazione rappresenta il segno tangibile della vittoria dei giusti sulla mafia, uno luogo costruito con i proventi di attività illecita, corruzione e malaffare e che oggi ritorna nella disponibilità della comunità con una nuova vita. In questo senso la villa di via Bernini appartiene a tutti. Nel corso delle due giornate gli studenti e le loro famiglie hanno donato sette piante in segno di appartenenza ad una comunità impegnata nel perseguire gli ideali di giustizia, di libertà, di pace e solidarietà. Segno anche di una presa in carico di una responsabilità condivisa. Ad ognuna delle piante, di cui per il futuro i ragazzi si prenderanno cura, sono state attribuite le parole di Amicizia, Amore, Coraggio, Insieme, Opinione, Scorta, Sorriso, Verità, emerse dalla lettura di alcuni brani tratti dalla pubblicazione “Paolo Borsellino. Una storia che ha fatto storia” realizzato nel biennio 1994-1995 dagli alunni delle scuole medie di Aprilia in provincia di Latina, nel Lazio. Testo preziosamente custodito presso gli archivi del Centro studi “Paolo Borsellino”.