Il 19 gennaio nasceva il giudice Paolo Borsellino. In occasione del suo compleanno, il Centro studi a lui intitolato e l’Istituto penale per i minorenni di Palermo, dal 19 al 31 gennaio, presso gli spazi interni del Malaspina, promuovono l’esposizione della mostra storica sull’Albero della Pace di Via D’Amelio e il tradizionale taglio della torta dedicata al giudice, offerta dal Centro studi e realizzata dal laboratorio “Cotti in fraganza” attivato all’interno del carcere minorile.
La collaborazione fra il Centro studi e l’IPM di Palermo si muove nel solco delle attività volte a promuovere l’inclusione sociale ed ha avuto inizio, nel 2014, su impulso di Rita Borsellino e, tradizionalmente, ha visto l’attivazione di più momenti di approfondimento e ludici. Quest’anno, a causa della pandemia, abbiamo voluto, comunque, mantenere l’ appuntamento con i ragazzi, seppur adattando le iniziative alle possibilità che il contesto richiede. Alla direttrice Clara Pangaro e al suo vice Salvo Pennino va il nostro ringraziamento per aver accolto prontamente l’ iniziativa e per la condivisione di valori e orizzonti che ci accomuna.
La mostra itinerante, quindi, non è aperta al pubblico e si rivolge in via principale ai giovani ospiti del Malaspina e di tutto il personale che a diverso titolo opera all’interno della struttura penale.
La mostra sull’Albero della Pace è il risultato di un lavoro di ricerca e sistematizzazione di fonti documentarie provenienti dall’archivio personale di Rita Borsellino e attualmente custodito presso il Centro studi “Paolo e Rita Borsellino. Si articola in 5 pannelli espositivi nei quali, attraverso un percorso organizzato cronologicamente, viene restituita l’intera vicenda che a partire dall’appello lanciato nell’aprile del ’93 dalla madre del giudice, la signora Maria Pia Lepanto, porta sino alla piantumazione in via d’Amelio dell’albero di ulivo giunto dalla Palestina, il 19 luglio 1993, a un anno dalla Strage dopo le ricostruzioni dei palazzi.
A tal proposito si veda il documento Rai cliccando al link Rai
La storia dell’albero di Ulivo
A seguito dei ripetuti appelli della famiglia Borsellino, si attivarono in prima istanza il Ciss di Palermo e il Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (Cocis). La Comunità Salesiana di Cremisan, che si trova a 5 km da Betlemme, diretto da Padre Gianazza, si adoperò per individuare le quattro piantine dal giardino della valle di Cremisan per l’invio a Palermo. L’appello venne tradotto in inglese e ricevette la solidarietà ed il sostegno del Movimento per la Pace delle Donne in Nero di Israele e Palestina, della Arab Studies Society – Land Research Committee. Per il buon esito si attivò anche la Rappresentanza italiana a Gerusalemme per individuare le soluzioni diplomatiche affinché le piante potessero passare dai territori palestinesi a quelli israeliani, ricevere gli opportuni certificati fitosanitari dal Ministero dell’Agricoltura israeliano e spediti tramite voli cargo verso Palermo. A Palermo, la famiglia Borsellino, nel contesto di una grande solidarietà nazionale, registrò anche la disponibilità dell’Istituto superiore per la difesa delle tradizioni che si mise a disposizione per ideare una struttura architettonica che potesse accogliere la piantina d’ulivo, utilizzando come materiali il marmo verde Alpi, il travertino bianco romano ed i ciottoli di Capo D’Orlando, raccolti e posti in sede dai bambini orlandini, ideando per la planimetria un intreccio delle lettere P e G (Pace e Giustizia), in una simbologia di abbraccio nazionale verso Palermo.
La mostra
Nei pannelli 1 e 2 viene riportato il carteggio che attesta gli avvicendamenti che hanno portato fisicamente l’ulivo da Betlemme a Palermo, riportati in sequenza cronologica. A partire da: 15 aprile 1993, la prima notizia dell’appello apparsa sul Giornale di Sicilia promosso dalla Sig.ra Maria Pia Lepanto e da Rita Borsellino; il 17 aprile 1993, l’intervista di Rai Sicilia alla mamma del giudice Borsellino, le lettere dell’allora Console italiano a Gerusalemme, Francesco Damiano Spinola, quelle delle ONG Ciss di Palermo e del Cocis di Gerusalemme o come ad esempio quella dell’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ed anche copia del progetto esecutivo della struttura che accoglie l’albero, concepito dall’Istituto superiore per la difesa delle tradizioni e realizzato dalle maestranze comunali ex D.L. 24.
Nel pannello 3 sono rappresentate a titolo esemplificativo i fogli nei quali sono state raccolte circa 20.000 firme a sostegno dell’appello “Piantiamo l’albero della pace in via D’Amelio” provenienti da gruppi organizzati, come sindacati, organizzazioni datoriali, associazioni, ma anche su iniziativa di tantissimi cittadini non organizzati, soprattutto giovani, che in diversi luoghi, dai condomini, ai luoghi di lavoro (una merceria, i lavoratori della procura della repubblica, università e diverse scuole con le firme di docenti e studenti), si attivarono affinché l’iniziativa avesse un buon esito.
Nel pannello 4 sono riportate alcune pagine di quotidiani del 20 luglio 1993, il giorno successivo all’evento, nei quali sono raccontati gli avvenimenti (il Giorno, Il Mattino, la Sicilia, il Giornale di Sicilia, la Repubblica, il Giornale).
Il pannello 5 mostra alcune immagini di archivio che ritraggono il giorno della piantumazione e alcuni oggetti, messaggi e lettere che i visitatori negli anni hanno lasciato fra i rami dell’albero e che il Centro studi, su propria spontanea iniziativa, ne ha cura periodicamente.












