Stimolati dalla curiosità e dall’entusiasmo dei loro nipoti in età scolare, che avevano partecipato a un’attività didattica sul tema della legalità democratica presso il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino di Palermo, un gruppo di professionisti contabili di Verona ha deciso di intraprendere un viaggio in Sicilia per approfondire il significato profondo di quei valori, osservandoli concretamente nei luoghi simbolo dell’antimafia sociale.
Il percorso è iniziato a Palermo presso la sede del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, dove sono stati accolti dal presidente Vittorio Teresi, già magistrato, e dai soci Virgilio Bellomo, amministratore di beni confiscati, Francesca Grasta, tesoriera e da Tonino Palmeri, direttore dell’associazione. Un luogo carico di significato: l’immobile che la ospita è stato confiscato ai fratelli Sansone, imprenditori nel settore delle costruzioni edili e appartenenti alla famiglia mafiosa dell’Uditore, noti per aver protetto la latitanza di Salvatore Riina. Oggi, in quello stesso spazio, si promuove una cultura della legalità democratica valorizzando il luogo in chiave educativa e rieducativa. Un esempio tangibile di riscatto e rigenerazione sociale.
Il viaggio è poi proseguito a Corleone, tappa imprescindibile di questo itinerario simbolico. La delegazione ha visitato Casa Caponnetto, un edificio confiscato ai nipoti di Salvatore Riina, oggi sede della cooperativa “Lavoro e non solo”, nonché sede dell’Ostello intitolato alla memoria del giudice Antonino Caponnetto. La cooperativa, nata da un progetto promosso da ARCI Sicilia, dal 2000 gestisce anche terreni agricoli appartenuti alla criminalità organizzata, dai quali vengono prodotti grano duro, ceci, lenticchie, pomodori, melanzane, peperoni, uva, fichidindia, mandorle, olive e sui quali vengono realizzati campi estivi per giovani volontari provenienti da tutta Italia, impegnati nella promozione della cultura della legalità e fortemente ispirati da valori di solidarietà, partecipazione e giustizia sociale. A Casa Caponnetto è attivo anche il nuovo progetto della cooperativa “Taberna CASA NOSTRA la cucina del contadino”, dove è possibile mangiare piatti della tradizione del territorio.
La giornata a Corleone si è conclusa con una visita all’associazione Laboratorio della Legalità, ospitato in una palazzina confiscata al boss mafioso Bernardo Provenzano. Qui la delegazione ha avuto modo di incontrare Marinela Bagarella, socia dell’associazione, Calogero Parisi, presidente della cooperativa “Lavoro e non solo” e dello stesso laboratorio, nonché Pippo Cipriani, ex sindaco di Corleone e protagonista di una significativa stagione di cambiamento culturale nella città. Il Laboratorio custodisce 53 opere del pittore partinicese Gaetano Porcasi, che raccontano la storia della mafia e della resistenza civile in Sicilia, dal XIX secolo all’eccidio di Portella della Ginestra, fino ai giorni nostri.
Questo viaggio ha rappresentato molto più di una visita istituzionale: è stato un vero e proprio percorso di consapevolezza, animato dal desiderio di comprendere e sostenere la cultura della legalità. Un ponte ideale tra generazioni e territori, dove l’entusiasmo dei più giovani ha acceso la voglia di conoscenza e impegno degli adulti. Un esempio concreto di come il valore della memoria e della giustizia possa germogliare nei gesti quotidiani e nei luoghi che un tempo erano simbolo di violenza, oggi trasformati in presidi di democrazia.




